Così si apre l’incipit del primo romanzo di Sloan Wilson, L’uomo dal vestito grigio, anno 1955, che ha rispecchiato, volente o nolente, quella generazione di uomini accomunati da un vestito di flanella grigia nell’America degli anni ’50.Dopo avere abitato per sette anni nella piccola casa di Greentree Avenue, a Westport, nel Connecticut, la detestavano entrambi.
Autore prolifico degli Stati Uniti, è meno conosciuto in Italia, dove la sua produzione si riduce solamente a due testi, il romanzo sopracitato ed il, forse, più famoso Scandalo al sole.
È un peccato dover rinunciare all’opera omnia di questo scrittore Americano, con la ‘a’ maiuscola, ma d’altronde siamo in Italia, si sa come va qui da noi.
Tom e Betsy Rath, sposati e con tre figli, vivono in un tranquillo quartiere residenziale, nella periferia del Connecticut; la moglie Betsy bada alla casa e ai bambini, il marito Tom prende il treno ogni mattina per recarsi in ufficio nella fondazione in cui lavora da nove anni.
Una vita placida, una vita ordinaria, una vita piatta.
Appunto. Qualcosa doveva cambiare.Era strano pensare che una casa con la crepa a forma di punto interrogativo e le macchie di inchiostro sulla tappezzeria dovesse rappresentare, con ogni probabilità, il termine del loro personale cammino. Era impossibile crederlo. In un modo o nell’altro, qualcosa doveva cambiare.
Tom viene a conoscenza di un posto vacante nella grande azienda della United Broadcasting e decide di tentare la sorte; il nuovo lavoro significherebbe possibilità di carriera, comporterebbe un aumento di stipendio e la possibilità di andarsene da quel sobborgo dai villini tutti uguali, ormai tanto odiato.
Contro ogni previsione, Tom viene assunto come stretto collaboratore del dirigente in persona, Richard Hopkins, uno degli uomini più importanti e ricchi nel mondo degli affari.
Ma assieme ad un futuro presumibilmente più roseo, inaspettatamente riemerge il passato più oscuro di Tom, quello che l’uomo aveva relegato nel cassetto più recondito della sua memoria: quello della guerra, e con esso, quello di Maria.
Ad aggiungere scompiglio avviene la morte della nonna novantenne di Tom, l’unica parente rimasta in vita, che con la sua dipartita lascerà al nipote la sua immensa e decadente proprietà nella ridente cittadina di South Bay.
Tom si ritrova in bilico tra un presente incerto ed un passato doloroso da dover affrontare: il lavoro alla United Broadcasting non si rivela così sicuro e stabile come sperava, i debiti, l’ipoteca sulla proprietà della defunta, la vendita frettolosa della casa in Greentree Avenue, l’incontro con l’ex commilitone Cesare Gardella e con lui la pressante, seppur lontana, presenza di Maria, risucchiano Tom in un vortice di preoccupazioni senza sosta, mentre Betsy, ignara di tutto, continua a ripetere la sua fede nel futuro.
Nell’attimo stesso in cui il suo equilibrio viene messo in pericolo, Tom si accorge di rimpiangere quella vita monotona ma sicura. Perché essere un uomo dal vestito grigio forse non era poi così male. O no?Tom si guardò intorno nella casa in preda al caos e di colpo questa gli fu indicibilmente cara. La crepa simile a un punto interrogativo sulla parete della stanza di soggiorno, i mobili modesti, il linoleum logoro in cucina: tutto sembrava fare parte di un che di prezioso che stesse affondando rapidamente, di qualcosa che era già colato a picco e non sarebbe stato possibile recuperare.
Combattuto tra ciò che deve essere e ciò che è realmente, Tom capisce che l’unico modo per salvarsi, l’unico modo per emergere da quella massa di uomini in grigio, è essere onesto, seguire la sua coscienza e dire la verità, a qualunque costo.
La flanella pizzica
[…] Non c’è più nulla che sembri divertente. Non c’è niente che non vada in questa casa, e non c’è niente che non vada in Greentree Avenue, o in Tom o in me. È solo che nulla è più divertente; ed è spaventoso perché, una volta detto questo, non c’è altro da aggiungere… Ma perché? » si domandò.Ne L’uomo dal vestito grigio, soprattutto nella prima parte, riecheggia in qualche modo, seppur con enormi differenze, un altro romanzo con la medesima ambientazione: Revolutionary road.
Questo bisogno di una vita perfetta, omologata, rispettata che finisce col rivelarsi solo un misero cliché e, di conseguenza, quell’urgenza di andare oltre le apparenze, la quotidianità, il conformismo, sono tutti temi che accomunano non solo i due romanzi, ma un’intera generazione di individui formati con lo stampino che, ad un certo punto della loro vita, decidono di cercare disperatamente la loro strada.
La differenza principale sta in come si decide di percorrerla, questa strada.
In Revolutionary road i due coniugi si lasciano trascinare impotenti dalle loro nevrosi, fino ad un finale tragico, cupo e senza speranza; ne L’uomo dal vestito grigio Tom e Betsy scelgono invece di non lasciarsi travolgere, ma di combattere per quello in cui credono e alla fine riescono a vincere.
Conclusioni
Quello di Sloan Wilson è un romanzo delizioso che ti permette di rivivere quell’America degli anni ’50, immortalata nel suo quadretto idilliaco con le sue casette bianche e le donne in abiti da cocktail, con i padri di famiglia che fanno i pendolari ed indossano sempre un completo di flanella grigia.
Un romanzo delicato, ma anche profondo, amaro, quando scopri che sulla giacca color fumo manca un bottone, o c’è un buco nella tasca.
Un romanzo che grida all’America, a quell’America dorata degli anni Cinquanta, con i suoi splendori e i suoi stereotipi, ma anche un romanzo di memorie, di smembramento, della lotta personale di un uomo contro il suo stesso conformismo.
D’altronde
Voto: ★★★★« Non ha nessuna importanza. Sarà interessante stare a vedere che cosa accadrà. »